Nativita' di Cristo

Anonimo

Tecnica

Tempera all'uovo su tavola

Dimensioni

34 x  29 cm

Scuola

Russa del XVII sec.
Venduto

Nell'iconografia tradizionale della Natività, nei periodi successivi (XIV secolo), Maria viene rappresentata fuori dalla grotta per via delle influenze dei racconti della mistica Santa Brigida di Svezia e dello Pseudo-Bonaventura. In questa Icona la Madre di Dio viene posta nel cuore della"Montagna di Dio", al centro della scena, giusto di fronte all'ingresso della grotta buia. Viene raffigurata la scena della Natività come descritta nel noto testo del pseudo Matteo "(..) l’angelo ordinò di fermare il giumento, essendo giunto il tempo di partorire; comandò poi alla beata Maria di scendere dall'animale e di entrare in una grotta sotto una caverna nella quale non entrava mai la luce ma c’erano sempre tenebre, non potendo ricevere la luce del giorno. Allorché la beata Maria entrò in essa, tutta si illuminò di splendore quasi fosse l’ora sesta del giorno. La luce divina illuminò la grotta in modo tale che né di giorno né di notte, fino a quando vi rimase la beata Maria, la luce non mancò "(Pseudo Matteo). Se osserviamo i bordi dell'ingresso della grotta e le sue pareti interne le vediamo illuminate a giorno dalla presenza di Maria. L'interno della grotta, prefigurazione, come vedremo, dell'inferno resta sempre nell'oscurità perchè "la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta"(Gv. 1,5). La Madonna raffigura la luce promanante dal roveto ardente del monte Sinai: "In esso, infatti, scorgiamo la premessa del mistero della Vergine dal cui parto è sorta sul mondo la luce di Dio. Questa lasciò intatto il roveto da cui proveniva come il parto non ha inaridito il fiore della sua verginità" (San Gregorio di Nissa).

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