Nelle icone bizantine, importanti per gli sviluppi delle immagini occidentali, il tema è rappresentato secondo uno schema fisso: nell'icona della natività di Andrei Rublev (XV sec.), ad esempio, la scena è dominata dalla montagna che si apre in una grotta, simbolo degli inferi. Maria è il roveto ardente che ha partorito Cristo, fasciato come un morto e deposto nella culla-sepolcro. L’asino e il bue rappresentano giudei e pagani; gli angeli (due che guardano verso il cielo e il terzo chino verso i pastori) la presenza della Trinità. Giuseppe viene tentato dal demone-pastore e le due levatrici rappresentano l’umanità incredula, su cui attenta vigila Maria. A sinistra i Magi che portano i doni al Bambino sono il segno che Cristo si è incarnato anche per gli stranieri e prefigurano le donne che portano aromi al sepolcro.
Nell'arte bizantina quindi la nascita di Cristo viene illustrata combinando le diverse scene della natività, dell’annuncio ai pastori e della venuta dei Magi, che in Occidente saranno oggetto di rappresentazioni distinte; Maria non appare più seduta su un trono come nelle raffigurazioni paleocristiane, ma distesa su un letto.